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7 agosto 2008

L’ AMORE NON ESISTE. È UN’INVENZIONE DEI TROVATORI



“L’amore non esiste. È un’invenzione dei trovatori”, leggo su “Donna” di Repubblica. Cinque giorni dopo che un’orca marina si è sbranato il mio di amore.
Crudele, l’orca, lo ha addentato. Lui si dibatteva, la testa tra le fauci, le gambe ancora fuori. Poi l’orca cattiva l’ha risucchiato, tutto nella bocca grande. Ho sentito le ossa che si spezzavano e quel rumore ha spezzato anche il mio cuore.
Inerme, sulla spiaggia ho pianto.
Leggo ancora nell’articolo:
“Ne parliamo come se fosse un oggetto tangibile. Invece esiste solo per chi lo sente e assume mille forme diverse a seconda di chi lo prova”.
Forse è vero, forse il mio amore non aveva occhi per vedere, anche se io gli vedevo gli occhi belli, occhi del colore dei fondali marini.
Forse il mio amore non aveva mani. Anche se le sue mani mi toccavano. E io sentivo il corpo prendere forma, carne e alito e vita. E imparavo dalle parole mute, il silenzio degli anni in cui non aveva parlato.
Forse il mio amore non aveva bocca. Pure la sua bocca s’industriava di baci infiniti.
Finché sentivo le ossa scricchiolare, le sue ossa nella bocca dell’orca, avevo ancora la speranza, una parola sul display scampata allo sfacelo: buon giorno, amore, mia sposa!
Leggo ancora sul foglio, dove l’amore non esiste:
“Solo se si vive senza nessuna spiegazione, come sentimento puro, l’amore resiste.”
Io così vivevo il miracolo di quel sentimento che non m’aspettavo, grata alla vita e senza chiedere spiegazioni.
Ma ho visto l’acqua del mare farsi rossa. Escrementi umani risalire a galla. Una schiuma maleodorante, vomito dello stomaco, guadagnare la superficie.
Nelle notti in cui non posso dormire, quando una mano gigantesca mi strizza lo sterno, mi comprime il cuore, mi stringe la gola e la mancanza del mio amore diventa una cosa a sé, una montagna senza confini, dove imperano animali strani, mi chiedo perché il mio amore si è tuffato nel mare, ha guadagnato, coscientemente, la bocca dell’orca.
Leggo ancora:
“Se qualcuno si sente legato a un altro in maniera dolorosamente irresistibile, deve compiere un gesto magico che recida le sue catene, che gli permetta di mollare gli ormeggi”.

Ora so perché, il mio amore, che pure mi chiamava dea, ha preferito i denti dell’orca. Lui ben sapeva che l’amore non esiste, che è un’invenzione dei trovatori.

Pubblicato sul mensile "Iniziativa" - luglio/agosto 2008

" La creatività è multiforme. Ora assume una forma, ora un'altra. E' come uno spirito abbagliante che appare a tutti noi...."
Clarissa Pinkola Estées