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22 febbraio 2009

Mostra Convegno - L'ARTE DELLA CURA


Mostra & convegno
L’ARTE DELLA CURA
tra sfera pubblica e sfera privata.
Corsi di vita e differenze di genere nella cura delle persone non
autosufficienti

Spazio dell’Unione femminile, Corso di Porta Nuova 32, Milano
Convegno: 14 febbraio 2009, ore 9.30 - 17.30
Mostra: 14-20 febbraio 2009, ore 11.00-19.00
Finissage: 20 febbraio 2009, ore 18.00-20.00

L'ARTE DELLA CURA è un evento che affronta in modo nuovo il tema della cura delle persone anziane e degli adulti non autosufficienti.


Patrocinato da Asl, Assessorato salute Comune di Milano, Consiglio Regionale della Lombardia
L'arte della cura si articola in una mostra d'arte e un convegno e si rivolge ai protagonisti e alle protagoniste della cura: operatori e operatrici, familiari, pazienti, amministratori.

Un approccio multidisciplinare per un punto di vista inedito, ma scientificamente fondato. Alle persone coinvolte nella cura di un familiare che invecchia o che perde la propria autosufficienza si intende offrire da un lato, una mappa per orientarsi nei servizi socio-sanitari, il punto di vista di medici e associazioni di pazienti nella cura delle principali patologie. D'altro lato si cerca di illuminare quel territorio che viene spesso lasciato in ombra quando si parla di cura, cioè quello relazionale, simbolico, psichico: il lato "privato" del sociale. La cura è infatti di importanza centrale per molte famiglie e in particolare per le donne, che spesso ne sostengono il peso maggiore.


Organizzano l'associazione Blimunde-sguardi di donne su salute e medicina, con l'Unione Femminile Nazionale.

L'arte della cura è un evento realizzato con il contributo del Consiglio Regionale della Lombardia.
Contatti: Eleonora Cirant, tel. 3492542205. Per informazioni: tel. 02/6572269 (Unione Femminile Nazionale) artedellacura@blimunde.it http://www.blimunde.it/


L'ARTE DELLA CURA è informazione, approfondimento, esperienza artistica

Convegno: 14 febbraio 2009, ore 9.30 - 17.30
Mattino MAPPARE LE CURE - PENSARE LA CURA
I servizi, il punto di vista di medici e pazienti nelle malattie oncologiche, neurodegenerative, immunologiche, cardiovascolari

Pomeriggio LE PAROLE PER DIRLO
La cura e la vita: pratiche, racconti riflessioni per sondare esperienze che troppo spesso non hanno le parole per dirsi
Mostra: 14-20 febbraio 2009, ore 11.00-19.00

CURA ED ESPERIENZA ARTISTICA
Essere curate e prendersi cura nell'interpretazione delle artiste che hanno realizzato le installazioni della mostra
14 febbraio, ore 14.30-15.30: presentazione e visita guidata con le artiste e la curatrice Valeria Vaccari
20 febbraio, ore 18.00-20.00: finissage. Incontro con le artiste e la curatrice. Al pianoforte Alice Meregaglia. Saranno presenti la scrittrice Ada Celico e l'attrice Francesca Contini.

PROGRAMMA CONVEGNO

9,00 - 9,30 Registrazione

9,30 - Saluti delle Istituzioni

Enzo Lucchini, Vice-Presidente Consiglio regionale della Lombardia
Marco Cipriano, Vice-Presidente Consiglio regionale della Lombardia
Battista Bonfanti, Consigliere segretario UDP Consiglio Regionale della Lombardia

Giampaolo Landi di Chiavenna, Assessore Salute Comune di Milano

Maria Cristina Cantù, Direttore generale Asl di Milano

Ore 10 - Mappare le cure - pensare la cura
Coordina: Fiorella Maria Bernadette Capuzzo, Esperta politiche di genere
Arte della cura e welfare: confronti europei
Lia Lombardi, Sociologa della salute e della medicina, Università degli Studi di Milano

Il percorso di assistenza domiciliare: dove, come, quando
Carla Silvia Gimignani, Infermiera, Servizio ASL MI Distretto 3

11,00 - Coffee Break

La malattia di Parkinson all'esordio: interazioni tra neurologo, paziente e diagnostica strumentale
Paolo Gerundini, Direttore Dipartimento UO Medicina nucleare IRCCS Ospedale Maggiore Policlinico Mangiagalli e Regina Elena

Le demenze: etica della cura di chi non può guarire
Maddalena Gasparini, Neurologa, Coordinatrice del Gruppo di studio di bioetica e cure palliative della Società italiana di neurologia

Un nuovo ruolo dell'associazionismo: dalla cura al prendersi cura
Giovanna Menicatti, APM Parkinson Lombardia

Ci sono differenze di genere nelle malattie cardiovascolari?
Alberto Lombardi, Fondazione italiana per il cuore

L'anziano affetto da tumore
Paolo Foa, Direttore Dipartimento di Oncologia AO S. Paolo

Tumori al seno ed immaginario collettivo (stato dell'arte, linguaggi e simboli)
Gemma Martino, Direttrice scientifica Metis Centro studi in oncologia formazione e terapia Milano

Trasformazioni del corpo: percorsi culturali e di solidarietà
Stefania Bragato, Associazione Metabolè

Artrite reumatoide: nuovi orientamenti terapeutici
Massimo Limonta, UO Reumatologia, Ospedali Riuniti di Bergamo

Stomie e stomizzati: creatività applicata all'assistenza
Mirella Riatti, Associazione MIRA onlus

L'anziano malato, i diritti e la sana Costituzione
Elisabeth Cosandey, Associazione Senza limiti


13.30 - 14.30 Buffet
15.30-17.30 - Le parole per dirlo
Coordina: Alida Novelli, Unione Femminile Nazionale

I grandi anziani: la cura e le differenze di genere
Mara Tognetti Bordogna, Università Milano Bicocca

Ma c'è la vita. Una riflessione sulla malattia e sulla cura
Maria Castiglioni, Associazione Metis - Medicina e memoria

Badanti, risorsa per il datore di lavoro ma anche per il welfare italiano
Svetlana Buryanova, Associazione badanti Nadiya

Una testimonianza sul rapporto madre-figlia nell'esperienza della cura
Lea Melandri, Scrittrice

La culla della cura
Donatella Airoldi, Psicologa clinica

Tavola rotonda con le associazioni
Raccolta degli spunti e proposte per il futuro

Mostra
Cura: un'esperienza artistica contemporanea


Sabato 14 febbraio, ore 14,30-15,30
Visita guidata con Valeria Vaccari, curatrice della mostra, e con le artiste Zina Borgini, Maria Amalia Cangiano, Marilù Cattaneo, Mavi Ferrando, Anna Finetti, Nadia Magnabosco, Sandra Mazzon, Marilde Magni, Elisabetta Pagani, Antonella Prota Giurleo, Lucrezia Ruggieri, Celina Spelta.

Venerdì 20 febbraio, ore 18,00-20,00

Finissage: incontro finale con le artiste e con la curatrice. Al pianoforte Alice Meregaglia. Saranno presenti la scrittrice Ada Celico e l'attrice Francesca Contini

EVENTO PROMOSSO DA:
Associazione Blimunde - Sguardi di donne su salute e medicina
Unione Femminile Nazionale

PATROCINIO E CONTRIBUTO:
Consiglio Regionale della Lombardia

PATROCINI:
Comune di Milano
Assessorato alla salute
ASL Milano
Comitato scientifico: Fiorella Bernadette Capuzzo, Eleonora Cirant, Lia Lombardi, Alida Novelli
Segreteria organizzativa: Eleonora Cirant
Per informazioni
Tel. 02/6572269 (Unione Femminile Nazionale)
artedellacura@blimunde.it
www.blimunde.it

23 ottobre 2008

Donne in Rinascita di Jack Folla (alias Diego Cugia)


Più dei tramonti, più del volo di un uccello la cosa meravigliosa in assoluto è una donna in rinascita. Quando si rimette in piedi dopo la catastrofe, dopo la caduta. Che uno dice - è finita -. No, finita mai, per una donna. Una donna si rialza sempre, anche quando non ci crede anche se non vuole. Non parlo solo dei dolori immensi, di quelle ferite da mina anti-uomo che ti fà la morte o la malattia. Parlo di te, che questo periodo non finisce più, che ti stai giocando l'esistenza in un lavoro difficile, che ogni mattina è un esame peggio che a scuola. Te, implacabile arbitro di te stessa. Così ogni giorno, e questo noviziato non finisce mai. E sei tu che lo fai durare. Oppure parlo di te che hai paura anche solo di dormirci con un uomo, che sei terrorizzata che una storia ti tolga l'aria, che non flirti con nessuno perché hai il terrore che qualcuno si infiltri nella tua vita, peggio, se ci rimani in mezzo tu, poi soffri come un cane. Sei stanca, c'è sempre qualcuno con cui ti devi giustificare, che ti vuole cambiare o che devi cambiare tu per tenertelo stretto. E così stai coltivando la solitudine dentro casa. Eppure te la racconti, te lo dici anche quando parli con le altre: -Io sto bene così, sto bene così, sto meglio così-. E il cielo si abbassa di un altro palmo. Oppure con quel ragazzo ci sei andata a vivere ci hai abitato natali e pasque. In quell'uomo ci hai buttato dentro l'anima, ed è passato tanto tempo e ce ne hai buttata talmente tanta di anima che un giorno cominci a cercarti dentro uno specchio perchè non sai più chi sei diventata. Comunque sia andata, ora sei qui. E so che c'è stato un momento che hai guardato giù e avevi i piedi nel cemento. Dovunque fossi ci stavi stretta, nella tua storia, nel tuo lavoro, nella tua solitudine. Ed è stata crisi, ed hai pianto. Dio quanto piangete, avete una sorgente d'acqua nello stomaco. Hai pianto mentre camminavi in una strada affollata, alla fermata della metrò, sul motorino. Così improvvisamente, non potevi trattenerlo. E poi hai scavato, hai parlato. Quanto parlate ragazze, lacrime e parole per capire, per tirare fuori una radice lunga sei metri che dia un senso al tuo dolore. E allora vai giù con la ruspa dentro la tua storia, a due e a quattro mani, e saltano fuori migliaia di tasselli, un bandolo inestricabile. Ecco, è qui che inizia tutto, non lo sapevi? E' da quel grande fegato che ti ci vuole per guardarti così scomposta in mille coriandoli che ricomincerai. Perchè una donna ricomincia comunque, ha dentro un istinto che la trascinerà sempre avanti. Ti servirà una strategia, dovrai inventarti una nuova forma per la tua nuova te, perchè ti è toccato di conoscerti di nuovo, di presentarti a te stessa. Non puoi più essere quella di prima, prima della ruspa. Non ti entusiasma? Ti avvincerà lentamente. Innamorarsi di nuovo di se stessi o farlo per la prima volta è come un diesel: parte piano, bisogna insistere, ma quando và... E' un'avventura ricostruire se stessi, ma più grande. Non importa da dove cominci, se dalla casa dalle tende o dal taglio di capelli. Vi ho sempre adorato donne in rinascita per questo meraviglioso modo di gridare al mondo: - Sono nuova - con una gonna a fiori o con un fresco ricciolo biondo. Perchè tutti devono vedere e capire. -Attenti, il cantiere è aperto. Stiamo lavorando per voi ma soprattutto per noi stesse-. Più delle albe, più del sole, una donna in rinascita è la più grande meraviglia per chi la incontra e per se stessa. E' la primavera a novembre, quando meno te l'aspetti.

Jack Folla

11 settembre 2008

La mia città


7 agosto 2008

L’ AMORE NON ESISTE. È UN’INVENZIONE DEI TROVATORI



“L’amore non esiste. È un’invenzione dei trovatori”, leggo su “Donna” di Repubblica. Cinque giorni dopo che un’orca marina si è sbranato il mio di amore.
Crudele, l’orca, lo ha addentato. Lui si dibatteva, la testa tra le fauci, le gambe ancora fuori. Poi l’orca cattiva l’ha risucchiato, tutto nella bocca grande. Ho sentito le ossa che si spezzavano e quel rumore ha spezzato anche il mio cuore.
Inerme, sulla spiaggia ho pianto.
Leggo ancora nell’articolo:
“Ne parliamo come se fosse un oggetto tangibile. Invece esiste solo per chi lo sente e assume mille forme diverse a seconda di chi lo prova”.
Forse è vero, forse il mio amore non aveva occhi per vedere, anche se io gli vedevo gli occhi belli, occhi del colore dei fondali marini.
Forse il mio amore non aveva mani. Anche se le sue mani mi toccavano. E io sentivo il corpo prendere forma, carne e alito e vita. E imparavo dalle parole mute, il silenzio degli anni in cui non aveva parlato.
Forse il mio amore non aveva bocca. Pure la sua bocca s’industriava di baci infiniti.
Finché sentivo le ossa scricchiolare, le sue ossa nella bocca dell’orca, avevo ancora la speranza, una parola sul display scampata allo sfacelo: buon giorno, amore, mia sposa!
Leggo ancora sul foglio, dove l’amore non esiste:
“Solo se si vive senza nessuna spiegazione, come sentimento puro, l’amore resiste.”
Io così vivevo il miracolo di quel sentimento che non m’aspettavo, grata alla vita e senza chiedere spiegazioni.
Ma ho visto l’acqua del mare farsi rossa. Escrementi umani risalire a galla. Una schiuma maleodorante, vomito dello stomaco, guadagnare la superficie.
Nelle notti in cui non posso dormire, quando una mano gigantesca mi strizza lo sterno, mi comprime il cuore, mi stringe la gola e la mancanza del mio amore diventa una cosa a sé, una montagna senza confini, dove imperano animali strani, mi chiedo perché il mio amore si è tuffato nel mare, ha guadagnato, coscientemente, la bocca dell’orca.
Leggo ancora:
“Se qualcuno si sente legato a un altro in maniera dolorosamente irresistibile, deve compiere un gesto magico che recida le sue catene, che gli permetta di mollare gli ormeggi”.

Ora so perché, il mio amore, che pure mi chiamava dea, ha preferito i denti dell’orca. Lui ben sapeva che l’amore non esiste, che è un’invenzione dei trovatori.

Pubblicato sul mensile "Iniziativa" - luglio/agosto 2008

" La creatività è multiforme. Ora assume una forma, ora un'altra. E' come uno spirito abbagliante che appare a tutti noi...."
Clarissa Pinkola Estées