11 settembre 2008
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" La creatività è multiforme. Ora assume una forma, ora un'altra. E' come uno spirito abbagliante che appare a tutti noi...."
Clarissa Pinkola Estées
Clarissa Pinkola Estées
Ada Celico, Critica Letteraria e Docente di Scrittura Creativa, è tra “I nuovi talenti nazionali” nel concorso “Scrivere” Fabbri Editori, 1997. Autrice di: Una casa di carta per mia madre, Rubbettino 2006; Il prato delle libellule, Pellegrini Editore,1994; premiato come opera inedita al concorso “Un libro per la scuola”, Millelibri Mondadori, 1991; Io, donna di Calabria, Santelli Editore 1990. Collabora con Nosside - Centro Studi Ricerca e Documentazione Donna, Università della Calabria.
Un grande dolore costituisce la genesi di questo romanzo; un dolore così forte per cui occorre trovare un modo per renderlo dicibile, a cui si grida con rudezza di dar tregua, a cui si chiede per favore di non attanagliare, di non sommergere, di non far annegare.
L’incontro con Ada, l’autunno di cinque anni fa, durante il Master di Scrittura Creativa dell’Università di Siena.
RispondiEliminaLa giovane e avvenente donna coperta dal cappotto elegante, alti stivali neri, lunghi capelli rossi, trucco accurato mi incuriosiva, quasi incuteva soggezione il suo portamento regale, e la sua presenza di fuoco non faceva immaginare un’indole dolce, a tratti teneramente indifesa e spoglia di sé.
Impossibile da racchiudere in parole lei che di parole si ciba, generosa e altera, forte e fragile, eccessiva e semplice, fragorosa e dimessa. Libera e liberata, completamente buona, furiosa nel difendere il bello della scrittura e la bella scrittura.
Espressione vivente di come la scrittura, e forse innamorarsi di un’arte in genere, sia salvezza e dannazione in rincorsa continua. Di come la vita si dipani come un testo scritto, ogni attimo vissuto per raccontarlo.
Le volte che abbiamo cenato nelle taverne senesi mentre fuori dai vetri appannati si liberava il vento gelido di fine gennaio, mi riportano una persona completamente ammaliata dalla passione per lo scrivere, amore totale che l’ha sempre trascinata con forza irrefrenabile. In certe sere di primavera, dopo le ore trascorse a inventare, affinare, limare i nostri testi, ci piaceva riposare sulle panche di pietra nei cortili delle residenze universitarie mentre lei, regina del suo tempo e della sua storia, ci ammaliava raccontando il suo impegno folle per raggiungere Siena, la distanza annullata da notti di viaggi in pullman, lasciando, dolente, le molte donne della sua famiglia, combattendo furiosa contro un destino stretto che solo abbracciando la scrittura avrebbe potuto stravolgere.
Ringrazio di cuore l’opportunità del suo blog, una finestra per renderla visibile al mondo.
Tiziana – Roma
Tiziana.babusci@alice.it